“avete mai notato che di tanto in tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare? Quello sono io!”

È con questa frase che Clint Eastwood ci fa conoscere il suo personaggio Walt Kowalsky, un reduce della guerra di Corea, razzista, che nel corso della storia inizierà a rivedere molte delle sue radicate convinzioni.
Oggi il nostro cinefilo impertinente ci parla di GRAN TORINO, film diretto e interpretato da Clint Eastwood.


Genere: Drammatico, Thriller, Commedia
Regia: Clint Eastwood
Soggetto: Nick Schenk, Dave Johannson
Sceneggiatura: Nick Schenk
Produttore: Clint Eastwood, Bill Gerber, Robert Lorenz
Fotografia: Tom Stern
Montaggio: Joel Cox
Musiche: Clint Eastwood, Kyle Eastwood, Michael Stevens
Scenografia: James J. Murakami
Trucco: Kimberly Jones, Tania McComas
Attori: Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Cory Hardrict, Christopher Carley, John Carroll Lynch, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Haley, Brian Howe, Nana Gbewonyo, Scott Eastwood, Sarah Neubauer, Sonny Vue, Doua Moua, William Hill, Doua Moua, Choua Kue
Anno: 2008
Paese: USA
Distribuzione: Warner Bros.


Sinossi: Walt è un anziano vedovo e solo che vive in un quartiere nella periferia di Detroit, disprezza profondamente tutto ciò che è diverso, ma dovrà ricredersi quando scoprirà che ha più cose in comune con i “musi gialli” che vivono nel suo quartiere, di quante ne abbia con i suoi figli e le rispettive famiglie.


Walt Kowalsky è un americano di origini polacche, reduce della guerra di Corea che negli anni ha visto il suo quartiere invaso da quelli che lui definisce continuamente “musi gialli”. Per colpa del suo carattere scontroso ed estremamente rigido Walt ha un pessimo rapporto con i figli, con cui parla di rado e che vede ancora meno, situazione che lo porta ad isolarsi sempre di più, soprattutto dopo la morte della moglie. Il bene più prezioso che ha è una Gran Torino del ’72, acquistata dopo aver lavorato più di 50 anni come operaio alla Ford. Una notte il figlio dei vicini di casa, asiatici di etnia Hmong, obbligato da una banda di teppisti che infestano il quartiere, prova a rubare la macchina a Walt che lo ferma, minacciandolo con un fucile, prima del furto. Questo porterà a una serie di eventi che spingeranno il vecchio reduce a stringere amicizia con i vicini di casa e con tutta la comunità asiatica del quartiere.


La regia è affidata a Clint Eastwood che, manco a dirlo, fa un lavoro eccezionale. La pellicola, che a tratti può sembrare lenta, racconta invece una storia molto bella con i tempi giusti per poterla veramente apprezzare. La sceneggiatura è fatta molto bene e i dialoghi, studiati fin del dettaglio, sono esattamente quello che serve per mostrare al pubblico l’evoluzione dei protagonisti. Dicono che il diavolo si nasconda nei dettagli, qui posso tranquillamente dire che tutti i dettagli sono curati in modo maniacale, nessuna scena è lasciata a ste stessa e non esiste minutaggio superfluo. E non ho problemi nell’affermare che, sotto ogni punto di vista, la sceneggiatura di questo film è perfetta.
Parliamo degli attori? Ma si, facciamolo! 


Il protagonista è Clint Eastwood. Ora, non è che Clint sia proprio un attore poliedrico in grado di interpretare qualunque tipo di personaggio in ogni tipo di film, ma per interpretare l’uomo rigido e incazzato col mondo, lui resta sempre il migliore. Non c’è nulla da dire, nonostante l’età avanzata (al momento delle riprese aveva 78 anni) il vecchio Clint rimane una garanzia. Bee Vang interpreta Thao in modo sublime, riesce a trasmettere tutta la timidezza, la paura, ma anche l’esaltazione e la rabbia che il suo personaggio prova. Anche se credo che la vera stella sia Ahney Her, attrice sconosciuta che appare per la prima volta proprio in questo film, ma che riesce a portare a casa un’interpretazione davvero con i fiocchi.


Per tirare le somme: questo prodotto non ha praticamente nessuno punto a sfavore che possa essere considerato tale, la sceneggiatura è molto bella, la regia e il montaggio sono eccezionali, e gli attori sono perfetti per i ruoli che ricoprono. L’unica pecca è forse una certa stereotipazione delle figure dei teppisti. 


Considerazione spiccia: sono certo che questo sia il tipico film che vi pentirete di non aver visto prima, e il fatto che sia su Netflix lo rende anche più appetibile, quindi guardatelo!

Voto: 4
L’amichevole GM di quartiere.
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