Buongiorno Impertinenti,
oggi la nostra Alessia ci parla de L'ESTATE DELL'INCANTO, nuovo romanzo di Francesco Carofiglio, uscito a settembre grazie a Piemme.


Genere: Narrativa
Casa editrice: Piemme
Data di Uscita: Settembre 2019
Prezzo: € 17.50

Sinossi: È l'estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull'orlo dell'abisso.
Ma lei non lo sa. Quell'estate sarà la più bella della sua vita.
Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. Suo padre è altrove.
La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio.
Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l'anima di bambina vede o crede di vedere. E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare.
C'è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto.
È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa.
Francesco Carofiglio ci conduce per mano all'ultima estate di innocenza. E lo fa con ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue la sua poetica, la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato.



[…] La mia infanzia è stata questo, se ci penso, e continua a essere, anche oggi, un secolo più tardi. Libri, disegni, solitudine e il tempo infinito e irregolare dei pensieri. A volte l'incapacità di distinguere tra reale e immaginario, tra l'esserci e il non esserci, nel flusso inarrestabile del viaggio. Elias Canetti dice che dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli umani. Ecco, io penso che questo sia il tratto dolente della mia vita di ragazza, felice e inconsolata, quasi una rivelazione, non aver avuto il coraggio di dare un nome alle azioni, alla bellezza, ai desideri. E al dolore. […]

È l'estate del 1939 quando Miranda viene portata dalla madre a trascorrere le vacanze a casa del nonno paterno, Villa Ada. Sembra un periodo sereno, fatto di passeggiate nel bosco, accompagnata da Lapo, il nuovo amico e primo amore, di disegni e di lettere a suo padre, unica nota di tristezza in questo quadro bucolico.
Con il passare del tempo la bambina riuscirà a fare breccia anche nel cuore del nonno, un uomo taciturno e solitario, e rimarrà affascinata dai suoi quadri, ritratti di animali che contengono tutti qualcosa di inquietante.
La storia ci viene narrata da una Miranda novantenne che vive da sola a Firenze. Nonostante abbia avuto una vita avventurosa, piena di viaggi e amori, dolori e assenze, come lei stessa ci dice, i ricordi più vividi che ha sono quelli legati a quell'estate, prima che la Seconda Guerra Mondiale distruggesse il mondo che lei conosceva.
E Carofiglio è bravissimo a giocare su quest'alternanza di presente e passato, a narrare con colori vivaci e descrizioni minuziose quel paesaggio bucolico toscano, ed è tutto così vivido e così intenso da darci l'impressione di essere lì.
Il mondo che viene raccontato da Miranda è filtrato dagli occhi di una bambina e l'innocenza traspare in ogni dettaglio che ci viene descritto.
Ciò che ho apprezzato maggiormente in questo romanzo sono state le riflessioni della nostra protagonista nel presente. Arrivata ormai alla fine del suo percorso, è serena e convive con le presenze del suo passato che vengono a farle visita sempre più spesso. Riflette su ciò che è, su ciò che sarà dopo di lei. Non c'è mai rabbia o tristezza nelle sue parole, ma una calma profonda. Una calma quasi invidiabile.
Il nuovo romanzo di Carofliglio è da leggere. La sua maestria nel descrivere i paesaggi vi conquisterà.



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