Care Impertinenti, grazie alla Mondadori abbiamo potuto
incontrare la scorsa settimana a Roma la bravissima autrice Gayle Forman!
La conoscerete sicuramente per
aver scritto il romanzo Resta anche domani, divenuto un film con l’attrice
Chloë Grace Moretz.
La protagonista di
Resta anche domani suona il violino, nel Il nostro giorno migliore una delle
protagoniste canta. Quanto ti influenza la musica nella vita?
Non sono una musicista. Mentre scrivevo Resta anche
domani non ho ascoltato musica perché ero davvero troppo concentrata, avevo
bisogno di silenzio. Ma credo che la musica abbia accesso a uno spazio profondo
dentro di noi che accende i sentimenti, per questo capita che piangiamo dopo
aver ascoltato un brano. La musica e l’amore sono interconnessi.
Resta anche domani
è il tuo primo romanzo di successo, ma non è stato il primo che hai scritto.
Hai ansia da prestazione quando inizi un nuovo libro ora che sei un’autrice di
successo e molti si aspettano sempre di più da te?
Sì. Ma l’attesa del giudizio del pubblico è la parte
migliore! In genere rimango molto zen, cerco di pensare che il giorno di uscita
di un mio libro sia un giorno come gli altri.
Girava voce di un
adattamento cinematografico di Per un anno d’amore/ Per un giorno d’amore, è
ancora aperta la possibilità di vederlo sul grande schermo?
Richiedetemelo tra 3 mesi e forse potrei dirvi qualcosa
di più.
Anche tu come i
tuoi protagonisti di Per un anno d’amore e Per un giorno d’amore hai viaggiato
molto per l’Europa?
Sì, dopo il diploma ho fatto il giro dell’Europa, un
viaggio che ha trasformato la mia vita. I miei libri sono stati una specie di
lettera d’amore per quel viaggio.
Resta anche domani
è nato come libro singolo o pensavi già di scrivere un seguito?
Non intendevo scrivere il sequel, ma Adam e Mia
continuavano a bussare alla mia porta. Due anni dopo mi sono resa conto di
dover scrivere la storia di Adam, continuava a chiamarmi.
Che effetto ti ha
fatto vedere i tuoi personaggi sul grande schermo e che rapporto c’era con i
produttori del film?
Prima che il film uscisse abbiamo avuto 6 anni di lavoro.
Ho conosciuto gli sceneggiatori, il regista e poi gli attori. Mi hanno
coinvolto molto e sono davvero soddisfatta del risultato.
Perché hai scelto
il violoncello per Mia?
Non so, mi è apparsa nella mente questa ragazza di 17
anni con i capelli e gli occhi neri e che suonava il violoncello. Non ho mai
studiato musica, a parte un anno di chitarra, ma il violoncello scatena in me
delle magnifiche emozioni. Sono un'amante del violoncello senza
saperlo.
I tuoi libri
affrontano il dolore in maniera profonda, ma allo stesso tempo hanno tantissima
luce dentro, danno speranza e non sono cupi. Per scriverli hai incontrato
persone che attraversavano momenti difficili, li hai vissuti tu stessa oppure
hai solo usato l’immaginazione?
Un po’ tutte le cose. Anche se io non ho le esperienze
tragiche e dolorose dei mie personaggi, in un certo senso riesco comunque a
capirli, come lo potete fare anche voi. Credo
che ad emozionare in un libro siano i sentimenti. Sentimenti ed emozioni che
riusciamo a provare perché familiari e universali. Rendo i miei libri pieni di
speranza perché mi piace mostrare come dei giovani nei momenti più bui della
loro vita riescono ad avere la forza di andare avanti e trovano conforto nelle
persone intorno a loro.
In tutti i tuoi
libri c’è un evento estremo (incidente in macchina, attacco di cuore, perdita
di voce ecc..), credi sia necessario un evento scatenante per permettere ai
tuoi personaggi in qualche modo di cambiare?
No, non è necessario un evento drammatico. In Per un
giorno d’amore/ Per un anno d’amore c’è un viaggio in Europa e basta un giorno
per far capire ai personaggi che vogliono altro nella vita. La drammaticità
esiste nella vita di tutti i giorni, può essere un fatto eclatante oppure una
cosa più sottile, l’importante è rendersi conto a un certo punto della vita dove si vuole
arrivare.
Hai nuovi
progetti?
Tantissimi. Sto lavorando a un audiolibro di carattere storico,
un libro per ragazzi e un paio di lavori per la tv.
Quando inizi a
scrivere un nuovo libro hai una trama ben definita oppure ti lasci trasportare
dai tuoi personaggi?
Vorrei tanto avere un piano di azione, ma in realtà ho
solo un forte punto di partenza e so più o meno dove andrò a finire, ma nel
mezzo può succedere di tutto. Così però è divertente e stimolante, capita che
ti trovi davanti a diversi muri da superare, o devi tornare indietro e
ricominciare. Alla fine scopri che qualcosa che avevi scritto nel capitolo 2 si
lega al capitolo 33 e senti che è magia.
Hai un posto
speciale dove scrivere? Ascolti la musica per ispirarti? Posso scrivere ovunque: nella metro, sull’aereo, a casa, in cucina, a letto.
Non ascolto musica quando scrivo, ma mi piace ascoltare musica quando non lo
faccio e credo che questa comunque mi influenzi. Ad esempio quando ascolto
Adele, Rolling in the deep, piango
sempre.
Perché hai scelto
di scrivere Young adult?
A distanza di
anni, cambieresti qualcosa delle storie che hai già scritto?
Capita spesso che mentre faccio l’ultima lettura prima
della pubblicazione mi metto a modificare tutto. Il libro non è davvero mai
finito, viene solo pubblicato. Quindi sicuramente se rileggessi un mio libro
cambierei le cose.
Quale è stato il
libro più facile e quello più difficile da scrivere fino ad oggi?
Il più facile di tutti è stato Resta anche domani perché
non avevo idea che sarebbe stato pubblicato. Mi sono sentita libera. Il più
difficile è stato Il nostro giorno migliore perché avevo diversi protagonisti
da muovere in un lasso di tempo molto breve.
Sì, soprattutto le mie figlie vorrebbero vivere qui. Amo
Roma e quest’anno passerò un bel po’ di tempo in Italia.
Trovi difficoltà a
strutturare le tue storie in un arco di tempo così breve (di solito 1 giorno
solo)?
Credo sia una vera sfida, ma intensifica la drammaticità
e il ritmo.
Ascolto saggistica e leggo autori contemporanei. Quando
leggo autori che hanno scritto qualcosa di magnifico e originale sono
gelosissima!
Quando scrivi,
leggi comunque altri libri?
Non smetto mai di leggere, magari evito solo libri che
potrebbero essere troppo simili a quello che sto scrivendo.
Hai sempre
desiderato fare la scrittrice?
No, ma ho sempre scritto storie.
Proprio qualche settimana fa ho letto Resta anche domani, ed è stata una piacevole sorpresa! Non so perché, ma non mi aspettavo un romanzo con tematiche così profonde e per nulla banali. Sinceramente però non avrei mai detto che la Forman non fosse coinvolta personalmente nel mondo della musica; da come ne scrive la immaginavo un'appassionata con una colonna sonora fissa durante la stesura dei suoi romanzi!
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