Riedito da
Amarganta, il romanzo è per palati più giovani e più disincantati.
Casa editrice: Amarganta
Prezzo: € 12.48 – Ebook Piemme € 3.99
Sinossi: Teodora, per tutti Teo, ha da poco passato l'esame di
maturità, quando parte da Caldè, il paese sul lago Maggiore dove vive, per una
vacanza in Sardegna con Maria e Linda, sue grandi amiche. In campeggio
incontrano Luca e Guido, due ragazzi più grandi, di Milano. Teo s'innamora
perdutamente di Guido e lui la ricambia. I due si amano e, di ritorno dalla
Sardegna, Teo lascia Fabio, il fidanzato storico che la aspettava a casa. Inizia
così un'intensa storia d'amore, fatta di viaggi e di avventura, di musica e di
poesia, finché Guido decide di farsi condurre dal suo spirito libero e di
partire per Londra. Una separazione dolorosa, che spinge Teo a porsi continue
domande sulla propria identità, su Guido e sulla natura del vero amore. È
giusto abbandonarsi ai sentimenti? Bisogna sempre perdersi per ritrovarsi? Come
Ulisse, anche Guido tornerà a Itaca dopo qualche anno? In caso, troverà
Penelope-Teodora ad aspettarlo? Attraverso la pittura e la mitologia, Teo
affronterà un viaggio più importante, quello che la porterà ad analizzare i
suoi sentimenti più profondi e a capire la sua anima più vera.
Ancora una volta mi
trovo in quella situazione un po’ imbarazzante quando dovrei scrivere una
recensione il cui voto – personale – non è buono. Io ci provo ad aprirmi a
tutti i vari genere letterari – distopico a parte – e a tutti gli scrittori,
esordienti e non, quindi quando mi trovo davanti un libro che alla fine non mi
ha lasciato niente, mi sento delusa. Certo, può passarmi per la mente di
rileggere il libro perché penso che forse ho saltato qualche passaggio
cruciale, ho perso l’attenzione perché mi stavo addormentando con l’e-reader in
mano... ma è solo una fugace idea che come una stella cometa ora la vedo e meno
di un istante dopo non la vedo più. Tutto questo per dire che ‘Per un’estate’
di Sarah Pellizzari Rabolini non mi ha preso.
Vuoi lo scarto
generazionale, vuoi che ho trovato i personaggi poco reali, la trama del
romanzo mi è sembrata piatta. Manca di dinamismo, di climax, di botte in testa
e calci ai muri. Non so neanche se mi piace Teo, la protagonista, e neanche la
lettura che fa di se stessa e della sua anima. Non riesco a vedere neanche in
Guido o in Luca un personaggio che possa svegliarmi dal torpore in cui sono
caduta leggendo il libro. Guido è nel ruolo del bad boy che la piccola Teo non
riesce a dimenticare, poi lui va via recidendo il cordone ombelicale e lei ha
la possibilità di affacciarsi alla vita con occhi diversi, ma con un amico di
vecchia data che ora è diventato la sua anima gemella. Fino a quando ritorna
Guido con la sua notizia bomba e si crea un bel trio. Di amici? Guido non la
pensa così, ma la questione non viene approfondita.
Il finale alquanto
strappalacrime mi è sembrato esagerato, forse anche un po’ cattivo nei
confronti di Guido. Arianna, l’ex di Luca, ha una reazione poco credibile,
prima s’infiamma e dopo due istanti placa le sue ire. I vari richiami alla
mitologia, ad Ulisse, alla pittura sono sì interessanti, creano un parallelo
con il mondo moderno e poi finisce lì.
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