Un romance storico
scritto con maestria quello di Lorena Bianchi, che trasporta il lettore nella
Roma del 1527 dove, con grande cura per i particolari, costruisce un romanzo
perfettamente dosato ma che niente ha di banale o scontato.
Preparatevi cari lettori
ed amanti del genere perché IL PROFUMO DELL’ORO, edito Rizzoli, vi farà sognare
e piangere, gioire e soffrire, ringraziare ed a volte maledire questa autrice
strepitosa.
Genere: Romance Storico
Casa editrice: Rizzoli
Data di Uscita: 28 Gennaio 2016
Prezzo: € 19.00 - Ebook € 8.99
Sinossi: Fiamma ha diciott’anni, è impulsiva, determinata e negli occhi nasconde una forza che ancora non conosce. Insieme a Menico, apprendista di casa Giraldini, è cresciuta imparando l’arte di suo padre, messer Vincenzo, uno degli orafi più famosi di Roma. Ma un giorno i committenti dei Giraldini cominciano a preferire gli ori raffinati di Benvenuto Cellini. Fiamma, decisa a scoprire i segreti di quell’artigiano, corre alla bottega di Cellini. Lì conosce se stessa, il proprio corpo e una passione travolgente: nell’attimo in cui incontra gli occhi smeraldo dell’orafo Lorenzo de Luna capisce che non potrà più tornare indietro. Lorenzo le insegna un nuovo modo di forgiare i gioielli, incastonando nel metallo non solo le pietre preziose, ma anche i sentimenti e i desideri più nascosti.
Casa editrice: Rizzoli
Data di Uscita: 28 Gennaio 2016
Prezzo: € 19.00 - Ebook € 8.99
Sinossi: Fiamma ha diciott’anni, è impulsiva, determinata e negli occhi nasconde una forza che ancora non conosce. Insieme a Menico, apprendista di casa Giraldini, è cresciuta imparando l’arte di suo padre, messer Vincenzo, uno degli orafi più famosi di Roma. Ma un giorno i committenti dei Giraldini cominciano a preferire gli ori raffinati di Benvenuto Cellini. Fiamma, decisa a scoprire i segreti di quell’artigiano, corre alla bottega di Cellini. Lì conosce se stessa, il proprio corpo e una passione travolgente: nell’attimo in cui incontra gli occhi smeraldo dell’orafo Lorenzo de Luna capisce che non potrà più tornare indietro. Lorenzo le insegna un nuovo modo di forgiare i gioielli, incastonando nel metallo non solo le pietre preziose, ma anche i sentimenti e i desideri più nascosti.
L’intensità dei
loro incontri, però, ben presto si interrompe. Fiamma ricomincia la sua vita
dall’inizio e torna a lavorare l’oro, questa volta da sola; e ogni giorno,
mentre perfeziona la sua arte, ricorda i tempi in cui Lorenzo la rendeva
felice. È convinta dell’eternità dell’oro, ma anche di quella dell’amore…
Il destino li ha messi a dura prova. Sarà l’opera d’arte perfetta a unirli?
IL PROFUMO DELL'ORO mi è piaciuto e nello stesso tempo mi ha fatto soffrire tantissimo. È il
classico romanzo che ti prende allo stomaco e la sua morsa non si scioglie fino
al termine della lettura.
Lo stile di Lorena
Bianchi ti cattura e ti trasporta con un linguaggio ricercato ma mai pesante,
giusto sia per il genere che per il periodo storico in cui è ambientata la
narrazione.
Siamo nella Roma
del 1527 e facciamo la conoscenza di Fiamma, giovane donna rimasta orfana di
madre in tenerissima età e cresciuta da suo padre, un grande e rispettato
orafo. Fiamma ha sempre avuto la fortuna di stare al fianco del padre mentre
lavorava e, con il passare degli anni, rimane così affascinata dal suo lavoro
tanto da farne la sua più grande e unica passione. Passare il tempo
nell’opificio di famiglia è per la ragazza una normalità e la consapevolezza di
non essere la classica giovane “appetibile” – a causa del suo lavoro poco
femminile - anche se in età da marito, non pesa affatto a Fiamma che non
riesce ad immaginare gioia maggiore che fondere e lavorare l’oro.
Tutto inizia a
cambiare quando Benvenuto Cellini arriva Roma, mettendo in difficoltà il lavoro
del padre, affascinando tutti con i suoi lavori innovativi e ricercati. Così
Fiamma decide di prendere in mano la situazione e vedere con i suoi occhi lo
studio del maestro Cellini ed i suoi gioielli tanto decantati. Ed è proprio qui
che incontra Lorenzo, l’unico in grado di vedere in lei un’orafa e non solo una
donna. Uomo di grande fascino, Lorenzo rimane subito affascinato dalla ragazza
che forgia l’oro e tra i due inizia un gioco di seduzione che ben presto si
trasformerà in qualcosa di più profondo. L’opificio e la forgia saranno i
testimoni del loro amore che prenderà forma come se questo sentimento fosse
fatto d’oro.
«Io
sono sua figlia e la sua erede» mormorò Fiamma, in cuor suo chiedendosi se quel
giorno avesse reso onore al nome di suo padre. Ricordando le risate alla
bottega di mastro Cellini, temette piuttosto di averlo coperto di ridicolo.
«Lo
siete» assentì Lorenzo, inducendola a rialzare lo sguardo. «E siete anche
qualcosa che io non avevo mai visto prima d’ora» aggiunse lui assorto, come
parlando tra sé. La scrutava come non aveva mai fatto nessuno.
«Che
cosa?»
«Un’orafa»
rispose Lorenzo. L’attirò a sé e la baciò. Fiamma sentì il suo cuore
sciogliersi come oro nella forgia.
Ma non tutto è oro
quello che luccica, perdonatemi il gioco di parole.
Grandi ostacoli si
sovrapporranno tra i due ragazzi, non ultimo il sacco di Roma che segna un
momento di svolta in questo romanzo già affascinante. Un colpo di scena dietro
l’altro l’autrice mina la tranquillità del lettore – e la mia già precaria
salute mentale – sconvolgendo in modo totale la quotidianità di Lorenzo e
Fiamma. I due verranno divisi e lei sarà costretta ad allontanarsi da Roma per
iniziare una nuova vita.
A questo punto
Fiamma si trasforma, passando da dolce ragazza indifesa a donna decisa e
risoluta, pronta a tutto per non soccombere agli eventi drammatici che la vita
le ha riservato. Ma non sarà sola e al suo fianco questa volta non ci sarà
Lorenzo ma un uomo di un fascino rude e selvaggio.
Fiamma
rimase in silenzio, lo sguardo fisso sui cristalli colorati della bottega come
se davvero potesse leggervi il futuro. Poi inaspettatamente sorrise. «Fortuna?»
ripeté con voce sommessa. «No, mio buon signore, la mia non è stata fortuna. Se
avessi avuto fortuna non sarei mai giunta a Firenze e davanti a voi, oggi, non
ci sarebbe la donna che sono. Sono stata guidata da tenacia, rabbia e
intelligenza: la stessa che vuoi uomini tanto ammirate l’uno nell’altro. Mi
inginocchio solo in chiesa e non ho nulla di cui scusarmi. Non chiederò perdono
per quello che sono.»
L’autrice non si
ferma qui e continua a stupire il lettore, facendomi arrivare anche a dover
chiudere il libro per sfogarmi con Marshmellow, prima di avere la forza di
continuare a leggere. Si, perché avevo veramente bisogno di un supporto morale,
una spalla su cui piangere, una persona che potesse in qualche modo capire le
mie sofferenze. Tante, troppe emozioni per il mio cuore non più abituato e
quante lacrime ho dovuto trattenere nel viaggio di ritorno da Torino, per non
rischiare che gli altri passeggeri del treno mi prendessero per pazza. Lo ammetto,
qualche lacrimuccia e singhiozzo mi è sfuggito ma provateci voi a trattenervi
leggendo IL PROFUMO DELL’ORO.
Quanto ho sognato
con Fiamma e Lorenzo ma ho anche sofferto molto insieme a loro! Il peggio però
è stato quando ho capito che all’autrice non bastava, e non soddisfatta
continuava a darmi coltellate metaforiche, come una piccola sadica con un
punteruolo per il ghiaccio in mano che mi inseguiva. Così ho sofferto anche insieme a Michal, e
poi anche con Camilla, per non farmi mancare nulla.
CATTIVA, cattiva
Lorena ma cavoli quanto sei brava!!!
«Madonna
orafa, non temere: nessuno ti sfiorerà neanche con un dito» scandì con fermezza
e a voce alta, un ammonimento che voleva sentissero tutti, sia lei sia gli
uomini.
Fiamma
lo trapassò con uno sguardo privo di riconoscenza o sollievo. «Lo credo bene!»
ribatté, marciando decisa verso uno degli archibugieri. Gli strappò l’arma
dalle mani, facendo fuoco contro una delle statue nel cortile. A un vecchio
fauno saltò via la testa.
«Ho
armato i cannoni di Castel Sant’Angelo. Che si sappia: non mi faccio problemi a
sparare in una casa fiorentina!» avvertì temeraria. […]
Poi,
con Camilla per mano e l’archibugio in spalla, attraversò il cortile incedendo
tra i soldati, che si fecero tutti da parte per lasciarla passare. Quegli
uomini rozzi, selvatici e senza fede erano rimasti stregati da quella donna
spavalda e splendida, con gli occhi ardenti come tizzoni. Se Michel era il loro
capitano, allora Fiamma, con quel gesto e senza rendersene conto, era appena
diventata la loro dea: avrebbero strappato la pelle a chiunque si fosse
azzardato a farle del male.
Ho letto questo
libro con immenso piacere ed ammetto che è stata per me una delle letture
migliori degli ultimi tempi e lo dimostra il fatto che io non faccio quasi mai
recensioni a 5 stelle ma questa volta rimpiango di non avere la 6^ stellina da
mettere.
Lettura
assolutamente consigliata agli amanti dei romance storici però vi avviso,
preparate una confezione formato famiglia di Kleenex e una barretta di
cioccolata, perché avrete sicuramente bisogno di conforto durante la lettura.
Bellissima recensione Karin *__*
RispondiEliminahai fatto centro Karin!!!... hai acceso il mio interesse, hai reso "necessario" avere quest'opera fra le mani al più presto...Grande Karin ;)
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