Genere: Giallo
Casa editrice: Fazi
Data di Uscita: 16 Aprile 2015
Prezzo: 18.50

Sinossi:Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira di notte per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama de "La donna in bianco", tessuta con sapienza da Wilkie Collins. Nel 1860 Charles Dickens pubblicò il romanzo a puntate sulla sua rivista "All the Year Round" suscitando un grande interesse nel pubblico, che seguì per un intero anno le vicende della sventurata Anne Catherick e quelle degli altri personaggi, descritti con abilità psicologica, come l'impavida Marian Halcombe, il coraggioso Walter Hartright e l'affascinante quanto ambiguo conte Fosco. È passato un secolo e mezzo e le cose non sono cambiate. Anche il lettore moderno più smaliziato non può che rimanere piacevolmente intrappolato negli ingranaggi di questa macchina narrativa, che ha segnato per sempre la tradizione del mistery, facendo guadagnare al suo autore l'attributo di "padre del poliziesco moderno". Non c'è lunghezza che tenga: di un libro del genere si arriva sempre al fondo con rimpianto. "La donna in bianco" è anche un musical realizzato da Andrew Lloyd Webber.



Pochi giorni fa vi ho parlato di Van Dine, un giallista del primo Novecento poco conosciuto ai più.
Oggi, invece, vado ancora più indietro negli anni per parlarvi della mia ultima lettura: “La donna in bianco”, giallo classico della seconda metà dell’800, unanimemente considerato l’opera migliore di Wilkie Collins. A dire il vero, si tratta di un giallo un po’ sui generis perché, contrariamente al solito, non vi è subito un crimine, un omicidio, dal quale poi prende avvio un’indagine. Qui il crimine c’è ed è frutto di un’intricata matassa che è abbastanza complesso dipanare, ma sopraggiunge ben oltre la metà del libro. Tuttavia, non vorrei che pensaste che tutta la prima parte sia una noia! Al contrario: l’autore ha il merito di coinvolgere il lettore nella storia con un crescendo emozionale che diventa sempre più intenso man mano che ci si addentra nelle vicende dei protagonisti. E ci si chiede continuamente: “Ma ora cosa succederà? Ma dove vuole arrivare? Ma cosa nasconde questo o quel personaggio?”. Sì, il libro è abbastanza lungo, non si tratta della storiella con cui impegnare il cervello sulla spiaggia sotto l’ombrellone, ma vi assicuro che ne vale la pena.

Questo libro unisce giallo, mistero, inquietudine ad amore, coraggio ed intelligenza. Sullo sfondo non posso non evidenziare gli accenni storici e culturali che tratteggiano l’Inghilterra di metà Ottocento: le differenze tra uomo e donna, l’estrazione sociale, ma anche la complicata situazione storica internazionale con cenni alle società segrete. Molto interessante, devo dire, anche quest’idea di Collins di unire gli intrighi internazionali alla vita comune dei protagonisti mostrandone l’inevitabile ingerenza.

Ma tornando alla narrazione, una particolarità è data dalla pluralità dei narratori: attraverso una fictio letteraria, infatti, Wilkie Collins riporta le testimonianze rese in tribunale dai singoli testimoni ed attori di questa storia, siano esse rese per l’occasione, raccolte a voce, scritte in un diario o in una confessione. In questo modo la narrazione cambia e si adegua al punto di vista, al retaggio culturale ed al registro linguistico del singolo narratore. Il personaggio che ho preferito è indubbiamente Miss Marion Halcombe perché è intelligente, coraggiosa, acuta e… Donna!

Un libro consigliato a chi ama i classici, ma non è sicuro di amare i gialli!




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