Non avrei potuto scegliere meglio. Ho letto questo romanzo in un paio di giorni. Mi ha preso tanto e sono stata soddisfatta.


Genere: Thriller
Casa editrice: Newton Compton
Data di Uscita: 8 gennaio 2015
Prezzo: € 3.99


Sinossi: Mia Dennett è figlia di un importante giudice di Chicago, ma ha scelto di condurre una vita semplice, lontana dai quartieri alti e dalla mondanità in cui è cresciuta. Una sera come tante, entra in un bar per incontrare il suo ragazzo ma, all'ennesima buca di lui, Mia si lascia sedurre da un enigmatico sconosciuto dai modi gentili. Colin Thatcher - questo il vero nome del suo affascinante nuovo amico - sembra il tipo ideale con cui concedersi l'avventura di una notte. Peccato che si rivelerà il peggior errore della sua vita: Colin infatti è stato assoldato per rapirla. Ma quando Thatcher, invece di consegnare l'ostaggio, decide di tenere Mia con sé e di nasconderla in un remoto capanno del Minnesota, il piano prende una piega del tutto inaspettata. A Chicago, intanto, la madre di Mia e il detective Gabe Hoffman, incaricato delle indagini, sono disposti a tutto pur di ritrovare la ragazza, ma nessuno può prevedere le conseguenze che un evento tanto traumatico può avere su una famiglia apparentemente perfetta...



Thriller interessante e piacevole, per quanto ho trovato difficile farne la recensione per paura di rivelare più del dovuto. Mary ha affrontato temi seri, temi che riguardano il nostro quotidiano arricchendoli poi di una trama thriller ben costruita.

L’autrice si muove su tre fronti: Eve, Gabe e Mia, ossia, i tre portavoce della storia. I personaggi principali sono Mia e Colin ma la trama parallela invece è affidata agli altri personaggi: Eve, la mamma di Mia; James, il papà; Gabe, il detective incaricato delle indagini.

La storia è quella di un sequestratore che non consegna la vittima al suo capo ma intende salvarla e la porta via con sé. Dapprima lui si comporta da carnefice duro e spietato, pensando di avere a che fare con una ragazzina viziata dell’alta società. Tutti quei giorni vissuti da soli però gli permetteranno di conoscere Mia e di trovare in lei una ragazza semplice, con tanta forza d’animo per aver saputo prendere in mano la sua vita, preferendo mettersi in gioco in prima persona piuttosto che usufruire dell’agiatezza della casa paterna.

L’isolamento a cui Colin obbliga se stesso e Mia li porterà ad avvicinarsi, a studiarsi, ad aprirsi e ad amarsi. Lo si voglia spiegare come ‘sindrome di Stoccolma’ o più semplicemente come aver trovato qualcuno che pensa tu abbia un significato nella sua vita, penso che ‘Una brava ragazza’ dia molti spunti di riflessione.

L’autocritica di Eve, che riscopre in modo tardivo il suo ruolo di madre, ci permette di riflettere anche sui rapporti genitori/figli e sugli errori che, consapevolmente o meno, commettiamo nel gestire questa relazione. Da madre la considero tra le più belle ma anche tra le più difficili da portare avanti. Se un figlio trova la sua ragione d’esistere in uno sconosciuto, perché la propria famiglia ripudia quel membro che non soddisfa le aspettative genitoriali, allora il fallimento è tappa obbligatoria. Mia trova in Colin quel sostegno, quella fiducia che nel padre non ha mai trovato. L’amore che iniziano a provare è ciò che permette loro di dare un senso alla propria esistenza.

Colin è il protagonista maschile, anche lui con problemi alle spalle da far piegare le ginocchia. Cattivo per necessità ma buono per indole, anche lui prova un amore sincero per quella ragazza che pensa di aver salvato da morte certa.

Chi è il cattivo di questo romanzo? I candidati sono tanti ma James di certo non vince né il trofeo di papà dell’anno né di giudice immacolato. L’essere umano sembra scomparso in nome della scalata sociale, della conservazione dei propri privilegi, dell’apparire e non dell’essere. Una fatica pazzesca ed il risultato è inquietante.

La trama abbraccia due archi temporali: il prima e il dopo il ritrovamento di Mia. Non c’è un passaggio temporale in senso cronologico ma un saltellare tra il passato e il presente dove, pagina dopo pagina, il lettore viene a conoscenza dei vari eventi che hanno portato a quello che è successo. Devo rimanere nel vago per non svelare nulla. Non voglio togliervi il piacere della scoperta e, come è successo a me, arrivare all’ultimo capitolo e di rimanere così, basita, per poi complimentarmi mentalmente con l’autrice perché mi ha spiazzato.

I vari passaggi di testimone tra narratore e tempo di narrazione non influiscono sulla comprensione del romanzo. Il climax è ben costruito e mi piacciono i passaggi dei pov. Da leggere, amanti del genere o no non importa. Tutti possono apprezzarlo.

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